Mamma e papà, cos'è la morte?

15.03.2023

Ma come lo spieghi a tuo figlio che la sua nonna non c'è più, che non si è dimenticata di lui?

Scindere il mio ruolo di mamma da quello di educatrice sarà in questo caso impossibile, non ci provo neanche.

Posso ricordare diverse situazioni lavorative, dove ho notato una grande reticenza dei miei colleghi nel voler affrontare una sana discussione con i più piccoli o, al contrario, si prendevano iniziative senza coinvolgere i genitori.

Spesso ho intavolato discussioni con genitori che preferivano "proteggere" la figlia o il figlio tenendoli all'oscuro, omettendo quello che stava accadendo nella propria famiglia.

Conclusione, la morte è ancora un tabù

Un tabù che però fa parte della vita, anche dei bambini e delle bambine.
Può capitare di vedere un animale morto nei boschi, di dover salutare i propri nonni o bisnonni, ma anche il proprio cane o gatto, o scoprire che Heidi ha perso i suoi genitori (forse Anna ed Elsa di Frozen è un esempio più attuale).

La morte è parte integrante del processo della vita ed è una dimensione che i bambini è bene imparino gradualmente a conoscere, accompagnati da noi adulti.

Prendendo in prestito le parole di Raffaele Mantegazza - insegnante di Scienze umane al Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell'Università di Milano-Bicocca - gli adulti hanno sempre parlato ai bambini della morte attraverso il gioco, le favole, le storie, ma non hanno mai nascosto questa realtà, che non è una possibilità o un'opzione, ma un destino che riguarda tutti.

Oggi sembra che alla sana paura della morte si sia aggiunta una sorta di "paura della paura"

Paura di parlarne, di mostrarla ai bambini.
Eppure esiste una morte simbolica in tutto ciò che ci lasciamo alle spalle e che può essere recuperato soltanto dalla memoria o dal ricordo.

Per questo è importante raccontare, parlarne, condividere. I bambini e le  bambine hanno bisogno di conoscere e comprendere la morte.

Inutile farlo se prima non abbiamo fatto i conti con la nostra idea di morte, con il rapporto che abbiamo con la mancanza, l'assenza e l'abbandono.

Cosa fare e come farlo?

È utile, ad esempio, adottare un animale da accudire: è un modo per mettere i bambini di fronte ad una temporalità differente dalla nostra. L'animale che invecchia, si ammala, che muore "addomestica" la morte, la rende qualcosa di più vicino a noi.
Lo stesso vale occupandosi di una pianta o dell'orto.

È il tema del vivente che si prende cura del vivente, sapendo che di questa cura fa parte anche l'accompagnamento alla morte e il lavoro della memoria.

Come elaborano le paure i bambini? 

Essi sono capaci di elaborare le proprie paure ma non per questo vanno lasciati da soli.
La figura dell'adulto è decisiva perchè esso propone al bambino o alla bambina modelli di elaborazione del lutto. La maniera in cui ci si congeda da un amico, si chiude una vacanza, si conclude un'esperienza: tutte queste situazioni servono ai bambini per vedere come i genitori sono in grado di "salutare" il passato, conservandolo nel ricordo, e di proiettarsi nel futuro.

Il lavoro di preparazione alla morte è graduale. Da genitori ed educatori dovremmo imparare a fornire loro gli strumenti un po' alla volta, con un linguaggio adeguato alla loro età, prima che la morte si manifesti materialmente e fisicamente.

Tutte le dimensioni simboliche - dal gioco, alla fiaba, alla narrazione di un libro illustrato - sono fondamentali ed utili per elaborare le "piccole paure" rispetto alle "piccole morti".

La letteratura per l'infanzia, come al solito, ci da una bella mano nel guidarci con le parole e le immagini più appropriate.

Vi riporto alcuni esempi di libri - soprattutto albi illustrati - che sono adatti a bambini dai 3 ai 7 anni circa. Poi vale la solita regola: ognuno ha una maturazione e sensibilità differente, il libro lo possiamo leggere e "tradurre" noi genitori/educatori, le età sono quindi indicative.

Tra i miei preferiti c'è "L'albero dei ricordi" di Edizioni Gallucci. E' un tenero racconto che ha come protagonista una volpe - che è oramai stanca dopo una lunga vita - ed al suo posto e grazie al ricordo e l'affetto dei suoi amici, cresce una bellissima e forte pianta. Morte come trasformazione e come ciclo naturale della vita. Un inno alla vita ed ai ricordi, che restano con noi e ci danno la forza anche quando chi abbiamo amato non c'è più.

Consigliato dai 4 anni in su anche se con mio figlio Alessandro (3 anni) confesso di aver fatto una cosa che non amo, ho cambiato alcune parole del testo: la più importante è quella che associa la morte all'addormentarsi.

Attenzione a non associare mai la morte al sonno, per non generare ansie difficili da gestire per un bambino o una bambina


"L'isola del nonno" di Edizioni Giralangolo racconta di un viaggio fantastico di un bambino ed il suo nonno.

Un giorno Syd va a trovare il nonno che gli mostra in soffitta una porta misteriosa. Varcandola i due si ritrovano su una nave che li conduce ad un'isola tropicale bellissima. Insieme si divertono e scoprono mille angoli meravigliosi, tanto che il nonno decide di fermarsi mentre il nipotino rientra a casa. Prima di salpare, i due si abbracciano per l'ultima volta. È un momento intenso e doloroso. Il nonno sorride, non soffre la solitudine, circondato da allegri uccelli tropicali e dai suoi oggetti più cari. È la storia di una morte, raccontata con uno sguardo differente.

Consigliato dai 5 anni in su.


"Ho lasciato la mia anima al vento" di Emme Edizioni è un capolavoro! 

Parole scelte con cura - parole che un nonno dedica al suo adorato nipote - accompagnano il lettore in paesaggi che richiamano mondi interiori, emozioni che parlano più di presenza che di assenza. Di un nonno che sappiamo che rimarrà sostenendo le ali ai passeri per insegnare loro a volare, facendo cantare foglie di alberi che si credevano vecchie per farlo.

Consigliato dai 5 anni in su. 


"Sai fischiare, Johanna?" di Iperborea è un libro che ci racconta dell'amicizia, quella vera, quella più commovente che possa esserci tra due bambini e tra un bambino ed un vecchietto. Non è suo nonno ma per un breve ma significativo tempo lo diventa, e riesce a dare senso a tutta la sua vita. Una lettura che dà speranza, da affrontare tutta d'un fiato.

Consigliato dai 7 anni in su. 


Ed ora voglio concludere con una domanda che per me rimane una domanda aperta ed un grandissimo mistero.

I protagonisti nella letteratura per l'infanzia che affronta la morte, sono quasi sempre nonni (maschi) e mai altri adulti. Comprensibile la scelta di non voler affrontare il lutto di un genitore o di un fratello o sorella, vero è che statisticamente le persone che ci lasciano sono maggiormente i nonni...ma anche le nonne.

Perché allora è difficile, se non impossibile, trovare nonne protagoniste?

Ricordiamoci sempre che noi adulti abbiamo il dovere di essere sinceri, con noi stessi ma soprattutto con i più piccoli: è la narrazione sbagliata della morte ad allontanare dalla realtà, forse non solamente i bambini.


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